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Un uomo in frak dalle belle maniere, con il papillon, che ti sorride, ti stringe la mano mentre ti strizza l'occhio con affabile disponibilità. Immagina, ora, di trovarti nel foyer de La Scala alla fine del primo atto e commentare quello che hai appena visto, appena ascoltato, appena incontrato. Il linguaggio che usa Elio Armiraglio ha questo volto, questo stile. Inizia con una seduzione e prima che ve ne accorgiate siete già passati in un'atmosfera quasi melanconica, ma non troppo. Un'atmosfera che, pur aprendo i dettagli a una fantasia ricca, non lascia molto spazio alla speranza di una luce che ti possa finalmente riorientrare. Quello che trovi, lo perdi immediatamente nell'incontro col suo contrario. Credi di esserti smarrito ed eccoti ancora in cammino con nuova speranza e con una nuova attesa, fino all'epilogo finale, inaspettato, irreale.